Se vi state chiedendo se per dimagrire è importante conoscere il nostro DNA. Questa è la pagina giusta per capirlo. Il problema è che la perdita di peso non è uguale per tutti. Alcuni tendono a perderlo più rapidamente, altri meno. E queste differenze non risiedono solo nelle abitudini alimentari, ma soprattutto nelle differenze genetiche. Dobbiamo anche precisare che perdere il peso non è soltanto far diminuire il numero dei chili sul display della bilancia, anche in questo caso conta la qualità. Possiamo parlare di buon dimagrimento quando si perde soprattutto massa grassa e poca o nulla massa magra e anche queste percentuali non sono uguali per tutti e la genetica fa la differenza. Lo studio delle variazioni genetiche tra i vari individui ci aiuta a capire come reagisce ciascuno e ci da la possibilità di personalizzare in modo esatto la strategia alimentare. Tra i geni interessati a questo aspetto vi sono PLIN1, che regola la lipolisi, il gene ADRB2, che stimola la termogenesi, cioè la produzione di calore da parte dell'organismo e la mobilizzazione dei lipidi dal tessuto adiposo e il gene MTHFR, importante nel metabolismo dell'acido folico e nella regolazione del DNA. Anche il recupero del peso successivamente a un periodo di dimagrimento avviene in modo differente tra le persone. Vi sono soggetti che tendono a recuperare il peso rapidamente e altri che riescono a mantenerlo in modo relativamente più facile. E’ stato dimostrato che alcune varianti nei geni PPARG2 e FTO sono interessate nella predisposizione da parte di alcuni soggetti nel recupero del peso. Il gene PPARG2 è un gene importante della formazione del tessuto adiposo e regola la glicemia e la sensibilità all'insulina, mentre il gene FTO è coinvolto nel controllo del bilancio calorico attraverso la modulazione del senso della sazietà e di comportamenti alimentari. L'accumulo di grasso viscerale determina una condizione sfavorevole per l'organismo predisponendo alla sindrome metabolica e a condizioni ad alto rischio cardiovascolare. L'accumulo di grasso viscerale può essere rilevante anche in persone apparentemente non obese che di conseguenza possono avere maggiori rischi di salute pur apparentemente non avendo grossi problemi di peso. Alcune varianti genetiche determinano una maggior predisposizione ad accumulare grasso a livello viscerale. Tra questi geni vi sono il ADRB2, il PLIN e IL6. Variazioni a questi geni possono determinare una differente predisposizione individuale ad accumulare grasso a livello viscerale tra le persone. Il movimento è fondamentale nella perdita del peso. Come abbiamo detto una buona perdita di peso si ottiene perdendo massa grassa e preservando la massa magra. Per ottenere questo è pertanto indispensabile una adeguata attività fisica. Anche in questo caso i risultati non sono uguali per tutti. Vi sono infatti persone che riescono ad avere maggiori risultati con una minore attività ed altre che, al contrario, risultano particolarmente resistenti a perdere peso nonostante gli sforzi fatti. Esistono geni le cui varianti sono associate a una differente risposta individuale all'attività fisica. Tra questi vi sono due importanti geni, FTO e ADRB2, che sono coinvolti nel bilancio energetico e nella lipolisi a livello muscolare. L’interazione tra cibo e psiche è un altro degli aspetti da valutare ai fini di una corretta alimentazione e per raggiungere il risultato desiderato. Il rapporto personale con il cibo è influenzato dall'ambiente e dalle abitudini personali ma, anche in questo caso, da alcune caratteristiche genetiche individuali. Infatti vi sono geni che codificano per proteine che hanno importanti ruoli come neurotrosmettitori e/o regolatori di segnali della fame e della sazietà. Il gene MC4R codifica per una proteina che soprattutto a livello cerebrale è implicata nella regolazione della sazietà e del comportamento alimentare, oltre che del bilancio calorico. Il gene FTO, anch'esso espresso prevalentemente nel cervello, è coinvolto nel controllo del bilancio calorico attraverso la modulazione dell'ormone della sazietà, la grelina, e negli effetti sui comportamenti alimentari. Possiamo a questo punto affermare che LA PREDISPOSIZIONE ALL’OBESITA’ PUO’ ESSERE COMBATTUTA UTILIZZANDO IL TEST DEL DNA.